New review of Sad Cambodia tape by Mario Biserni on SANDS-ZINE!
"Inquadrare la musica major è una cosa piuttosto semplice mentre non lo è affatto farlo con le cosiddette produzioni indipendenti, settore nel quale si passa da etichette discografiche che funzionano come piccole major, senza avene peraltro i mezzi e sfiorando a volte i limiti del truffaldino, a etichette dedite a reali e intransigenti esperienze di autoproduzione e DIY. Sincope e Under My Bed Records si pongono ai livelli più bassi nella scala sociale che regola il pianeta della musica indipendente, non è quindi un caso se i gestori dei due marchi, a dispetto di attitudini musicalmente tutt’altro che affini, hanno finito con il collaborare. Le sognanti melodie di My Dear Killer, dettate sulla chitarra acustica, vanno così a collidere con il noise elettronico di Wound. Il connubio, evidentemente non facile, riesce molto più logico e gradevole di quanto l’immaginazione lasci presupporre. Guidati da un intendimento comune su come produrre musica, più che da inesistenti affinità estetiche, i due riescono laddove altri centomila avrebbero fallito e realizzano due brani nei quali acustico ed elettronico, suoni concreti e suoni digitali, non solo convivono, ma si abbracciano in un amplesso carico di tensioni e di significati. I numeri sono quelli dell’underground più under, 70 copie della cassetta e nessun limite per il download digitale, ma quelli che sono i fanalini di coda per me stanno comunque al vertice. Basta guardare le cose dal basso verso l’alto."
"Inquadrare la musica major è una cosa piuttosto semplice mentre non lo è affatto farlo con le cosiddette produzioni indipendenti, settore nel quale si passa da etichette discografiche che funzionano come piccole major, senza avene peraltro i mezzi e sfiorando a volte i limiti del truffaldino, a etichette dedite a reali e intransigenti esperienze di autoproduzione e DIY. Sincope e Under My Bed Records si pongono ai livelli più bassi nella scala sociale che regola il pianeta della musica indipendente, non è quindi un caso se i gestori dei due marchi, a dispetto di attitudini musicalmente tutt’altro che affini, hanno finito con il collaborare. Le sognanti melodie di My Dear Killer, dettate sulla chitarra acustica, vanno così a collidere con il noise elettronico di Wound. Il connubio, evidentemente non facile, riesce molto più logico e gradevole di quanto l’immaginazione lasci presupporre. Guidati da un intendimento comune su come produrre musica, più che da inesistenti affinità estetiche, i due riescono laddove altri centomila avrebbero fallito e realizzano due brani nei quali acustico ed elettronico, suoni concreti e suoni digitali, non solo convivono, ma si abbracciano in un amplesso carico di tensioni e di significati. I numeri sono quelli dell’underground più under, 70 copie della cassetta e nessun limite per il download digitale, ma quelli che sono i fanalini di coda per me stanno comunque al vertice. Basta guardare le cose dal basso verso l’alto."
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http://www.sands-zine.com/recensioni.php?IDrec=2120
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